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Bellezza, Autostima e Desiderio di migliorarsi: Psicologia della chirurgia estetica

bellezza-chirurgia-estetica

L’impatto che la bellezza fisica ha sulla nostra vita è molto potente. La relazione della bellezza con il benessere, con il successo lavorativo spinge molte persone a spendere numerose energie e anche denaro per la ricerca di un aspetto fisico più gradevole ricorrendo alla cosmetica, alle diete, all’esercizio fisico e alla chirurgia estetica. Solitamente la percezione che abbiamo di noi stessi rispetto all’aspetto esteriore non combacia con quella che gli altri hanno di noi. Spesso, nel dare un giudizio, sia su noi stessi che sugli altri, soprattutto quando non ne siamo certi, ci rifacciamo al punto di vista socialmente condiviso secondo la teoria del confronto sociale. Bellezza in relazione col concetto di Identità, l’identitá come «processo» non come stato fisso. L’uomo è finalizzato a raggiungere una meta di superioritá, rispetto alla propria condizione attuale, attraverso l’utilizzo del suo pensiero creativo. Il Corpo come membrana impermeabile tra mondo interno ed esterno, il lavoro sul corpo diventa la ricerca di una garanzia di «integritá» dell’individuo rispetto a ció che sta fuori e che spesso viene vissuto come «pericoloso». La ricerca della bellezza come possibilitá di essere riconosciuti dagli altri in modo positivo, la bellezza contempla un forte bisogno di approvazione e di appartenenza. La bellezza diventa quindi intersoggettiva e contiene in sé aspetti sociali e di potere sugli altri. Quando parliamo di bellezza non possiamo precludere la relazione con gli altri. La bellezza porta spesso all’adesione ad un modello già dato o a qualcosa che “tradisce” questo modello e lo rinnova creativamente e soggettivamente. Piano di vita: eclettica impostazione finalistica, prevalentemente ma non esclusivamente inconscia, che sotto gli impulsi del Sé creativo, indirizza l’atteggiamento dell’individuo verso la realtà. Il piano di vita condiziona, anche se non del tutto, lo stile di vita e risente dei progetti, delle opzioni e delle risoluzioni proposte dalla logica privata del soggetto, che così viene guidato, verso un fine ultimo reale o un fine ultimo fittizio. Possiamo dunque dire che il sé creativo corrisponde all’istanza che rende significative le esperienze dell’individuo, consentendogli di serbare per tutta la vita quei particolari schemi con i quali persegue i propri scopi. Tali schemi saranno, infatti, conservati per sempre, a partire dal momento in cui, nell’ormai lontana infanzia egli ha iniziato a progettare il suo piano di vita. Il “finalismo” è uno dei presupposti di base della psicologia individuale e dinamica. L’osservazione e la sperimentazione hanno provato che ogni fenomeno deriva da una causa che l’ha prodotto, ma hanno anche permesso di rilevare che l’effetto che ne consegue diviene spesso causa capace di progettare e di generare nuovi effetti. Su queste basi rileviamo che tutti gli organismi viventi, in maniera adeguata al loro tipo di evoluzione, sono orientati verso la sopravvivenza e che per conseguirla devono assolutamente progettare il loro avvenire. Per l’essere umano, il bisogno di pianificare il proprio futuro, di immaginare un domani più appagante e più sicuro del presente, è lo scopo essenziale dell’esistenza. La “protesta virile” è un progetto psicologico reattivo, cosciente-inconsapevole, per mezzo del quale l’uomo enfatizza la supremazia della propria virilità e la donna porta avanti la sua rivolta, palese o nascosta, contro l’antico assoggettamento al maschio. Si tratta, tanto nell’uomo quanto nella donna, di scelte di compenso: se esse saranno indirizzate in senso individualmente e socialmente positivo, si otterrà l’effettivo appagamento lungo la linea del fine ultimo prescelto, in caso contrario, la protesta si radicalizzerà, dando origine a compensazioni abnormi, orientate nel senso della non accettazione di sé e dell’opposizione al mondo.

Ambiti d’intervento

Lo psicologo della bellezza opera sia nel campo della medicina estetica che in quello della chirurgia estetica , non tratta piu’ solo la componente psicopatologica legata al conflitto estetico intrapsichico, ma si occupa soprattutto degli aspetti creativi e relazionali dell’estetica, all’interno di un dato contesto culturale.

Tipologie di medicina e chirurgia estetica:

  • Ricostruttiva – Riparativa: è quella che ricostruisce o ripara un organo mancante, o leso per qualsiasi motivo.
  • Estetica: è quella che interviene su un organo sano al solo scopo di modificarne l’aspetto estetico. Rientrano in questo ambito anche le operazioni mirate al cambio di sesso.

I vissuti e motivazioni sono  diverse a seconda dei due casi.

Il percorso sanitario dovrebbe implicare l’attivazione di un percorso in cui si articolano competenze professionali diverse, nella medicina estetica non è usuale questo atteggiamento, spesso la sinergia tra professionisti non c’è, è invece usuale avere un rapporto solo con il chirurgo o medico estetico, senza un percorso di «rete» tra diversi professionisti tra cui lo psicologo. La connessione tra medicina estetica e stati emozionali in soggetti affetti da inestetismi da alterazioni corporee e facciali, con struttura di personalità coerente all’esame di realtà e con una sana aspirazione a sentirsi e vedersi meglio fisicamente. La connessione tra medicina estetica e soggetti affetti da psicopatologia nevrotica, oppure da sindromi cliniche come forti stati ansioso-depressivi, fino a soggetti con sindromi cliniche gravi come la depressione maggiore o stati di eccitamento su spettro bipolare, oppure inestetismi quali l’acnel’obesità, l’invecchiamento della pelle, la cellulite, possono fungere da elemento svalutante per il soggetto portatore, rispetto a proprie aspirazioni di superiorità intra ed inter psichiche, con la conseguente costruzione di atteggiamenti funzionali difensivi verso il sé e l’altro. Destituito dai suoi vincoli fondanti e dalle sue appartenenze costitutive, il soggetto contemporaneo fa esperienza della propria illimitata libertà ed al contempo del peso insostenibile della propria responsabilità, della serie infinita di possibilità che si aprono davanti e della difficoltà a portare avanti un progetto unitario (Erhenberg,1998). Oggi noi celebriamo la versatilità, l’ideale dell’autenticità si va sfilacciando, il significato della sincerità scivola nell’indeterminatezza. La depressione moderna non descrive qui il vissuto di colpevolezza connesso alla trasgressione della norma, né la tristezza luttuosa legata alla perdita di oggetti libidicamente e narcisisticamente investiti, ma un’esperienza interiore di insufficienza ed impotenza, di incapacità di essere se stessi al di là delle richieste sociali di efficienza, iniziativa, rapidità di decisione e di azione di cui non si riesce a scorgere il limite e rimanda alla vergogna per ciò che si potrebbe fare e non si è fatto.

Il bisogno di compensazioni

Oggi la creatività dell’individuo si perde nelle relazioni virtuali, così come il sentimento sociale e il senso di comunità hanno lasciato il posto agli agglomerati. I compiti vitali sono sempre più caratterizzati dalla “precarietà”, del lavoro, del rapporto tra i sessi e tra gli individui in genere. La solitudine è il comune denominatore, un rapporto trasparente è una relazione morta, priva di ogni attrattiva. La trasparenza coincide con un vuoto di senso; quella che oggi potrebbe apparire come libertà è più che mai controllo, potere. La connessione perenne esaspera l’onnipotenza.

Stili di personalita’ correlati al conflitto estetico intrapsichico

Lo stile pessimistico, è caratterizzato dall’autosvalutazionemelanconia, distimia, vittimizzazione, scoraggiamento, senso di vuoto non è depressione clinica

Lo stile ossessivo-compulsivo, le persone con stile compulsivo mostrano affettività frenata, sono spesso tesi e senza gioia: l’espressione emotiva è tenuta infatti sotto stretto controllo. Si percepiscono coscienziose, industriose, dipendenti ed efficienti, apprezzano l’autodisciplina, la prudenza e la lealtà. Le loro relazioni sono improntate dal rispetto: mostrano una aderenza insolita alle convenzioni sociali ed al decoro. A livello cognitivo rivelano scarsa complessità e flessibilità: il mondo è letto in termini di ruoli, di regole e gerarchie. L’immaginazione è scarsa, e situazioni nuove o non familiari sono fonte di indecisione e disagio. Il comportamento risulta essere rigido: lo stile di vita è strutturato, altamente regolato e ripetitivo, tipicamente sono organizzate e metodiche, nel lavoro preferiscono di solito attività da compiersi con meticolosità.

Stile ansioso-dipendente sottomissione interpersonale: cercano qualcuno che li sostenga e senza tale sostegno si sentono ansiosi. Spesso sono individui accomodanti e disposti a sacrificarsi, si percepiscono inadeguati, deboli, fragili ed inefficaci e tendono a sminuire le proprie abilità e competenze, hanno un deficit di iniziativa, il loro stile di vita è pacato, passivo e privo di eventi. Evitano di asserirsi e di prendersi responsabilità e spesso sopprimono emozioni “brutte” come la rabbia. Quando la loro sicurezza è minacciata, posso sviluppare disturbi ansioso depressivi o abuso di sostanze.

Stile presuntuoso-narcisistico sicurezza pretenziosa ed esagerano i successi. Gli altri le percepiscono come egoiste, alteri ed arroganti, nelle relazioni usano gli altri per accrescere sé stessi e soddisfare i propri desideri senza assumersi reciproche responsabilità, cognitivamente mostrano megalomania. Hanno un temperamento indifferente, caratterizzato da un’aria generale di non chalance e di imperturbabilità. Appaiono freddi, poco impressionabili od ottimisti. A livello sociale tendono ad essere indifferenti per i diritti degli altri, stile scettico, negativistico affettivamente queste persone sono labili, frequentemente sono irascibili e mostrano stati d’animo incostanti, spesso mostrano comportamenti di aggressione passiva, e sono gratificati dal demoralizzare gli altri e diminuirne la soddisfazione, si percepiscono insoddisfatti, si sentono spesso annoiati. Si sentono incompresi, non apprezzati dagli altri, sono pessimisti e di cattivo umore.

Lo stile autofrustrante-masochistico si rapportano agli altri in modo ossequioso e sempre pronto al sacrificio, addirittura incoraggiandoli a sfruttarli. “Provocano” attivamente le proprie disgrazie e si aspettano esiti drammatici anche da esperienze potenzialmente fortunate. Agiscono in modo abitudinario, pacato e schivo, tendono ad enfatizzare le proprie caratteristiche negative presentandosi sotto una luce sfavorevole o in una posizione spregevole, correlato ad episodi traumatici o di abuso.

Psicopatologia correlata all’estetica 

Disturbi della condotta alimentare 

Obesitá.Questo disturbo richiama immediatamente una stigmatizzazione sociale non meritata: gli obesi sono rappresentati socialmente con lo stereotipo dello “stupido” e del “lascivo”. Non si dovrebbe trascurare, invece, che l’obesità infantile potrebbe minare profondamente il senso di autostima durante l’adolescenza, no ad arrivare a gravi stati di tristezza, solitudine e aggressività, con l’aumento di comportamenti a rischio come consumo di tabacco e alcool.

Anoressia e Bulimia 

Le persone affette da anoressia nervosa presentano dei tratti psicologici particolari. Sono perfezioniste, ossessive, emotivamente immature, fortemente competitive, intelligenti e molto dipendenti dalla famiglia, la loro autostima dipende dal peso e dalla dieta. Sono poco coscienti del loro problema e difficilmente arrivano a chiedere aiuto per la perdita di peso. Generalmente si consultano con il medico per le conseguenze somatiche causate dalla mancanza di alimentazione. Le persone affette da bulimia, sono emotivamente instabili, impulsive e depresse, con tendenze all’automedicazione, hanno uno scarso senso di autostima, incompetenza sociale e un grande bisogno di approvazione esterna. Come le anoressiche, sono affette da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per la dieta. Generalmente si tratta di donne con tendenza al sovrappeso che presentano sintomi ansiosi.

Dismorfofobia

I pazienti che presentano tale disturbo si caratterizzano per un comportamento di continua ricerca di conferma: guardarsi allo specchio, nei vetri delle auto, negli specchietti retrovisori, vetrine. Si presentano anche dei comportamenti di mascheramento dei difetti, di maquillage di una zona del corpo e utilizzo di cappelli e barbe per coprire cicatrici o altri difetti. La diagnosi è esclusivamente clinica e dovrebbe essere riconosciuta quanto prima da dermatologi e chirurghi plastici, soprattutto in presenza di lamentele incosistenti e ripetitive riguardanti il proprio aspetto fisico, in questo modo si eviterebbero trattamenti chirurgici non necessari. L’insoddisfazione nei confronti dei trattamenti chirurgici, trapianti di capelli, è la normalità in questi pazienti, che possono presentare in alcune occasioni tratti narcisistici e paranoici di personalità e sono spesso aggressivi ed ostili.

Disturbi sfera sessuale

Quando si parla di disturbi sessuali si fa riferimento ad uno o più comportamenti sessuali disfunzionali, comportamenti cioè che, per vari motivi, non consentono il raggiungimento del piacere o lo svolgersi del rapporto sessuale. Alcuni dei disturbi della sessualità possono avere una causa organica in quanto dipendono da malattie di competenza medica, anche se, molte volte, sulla base organica si innestano problematiche di natura psicologica tanto che solitamente si tratta di patologie miste che nella pratica clinica richiedono la collaborazione tra psicoterapeuti, urologi e ginecologi. Altri disturbi, invece, sono esclusivamente psicosessuali e hanno a che fare con il funzionamento cognitivo emozionale e comportamentale.

Riduzione dell’ansia.

Coleman (1990, 1992) ha sostenuto l’idea che la dipendenza sessuale è correlata ai disturbi d’ansia e in particolare al disturbo ossessivo compulsivo. La meditazione ha dimostrato di ridurre i punteggi di ansia, riduzione della depressione. La dipendenza sessuale può essere descritta come un modo per far fronte alla depressione, anestetizzare i sentimenti di solitudine, odio di sé, vuoto e mancanza di significato e scopo nella vita. La mindfulness incoraggia la persona ad accogliere i sentimenti dolorosi con serenità e affrontare in modo più efficace la sofferenza, si traduce in una maggiore tolleranza per i sentimenti dolorosi.

Ruolo dello psicologo nella medicina estetica

E’ di primaria importanza valutare lo stato emotivo e mentale dei pazienti che fanno richiesta trattamenti di medicina estetica, così come considerare le aspettative del trattamento, le fantasie, complessi, paure, livelli di ansia e depressione. I pazienti con disturbi nella percezione dell’immagine corporea non dovrebbero essere trattati esclusivamente dal punto di vista estetico. Il medico estetista dovrebbe avere la possibilità di effettuare una valutazione dell’area cognitiva ed emotiva, per chi si rivolge a lui per una consulenza, indirizzando eventualmente a professionisti della salute mentale. Lo stato mentale ed emotivo dell’individuo influenza il suo aspetto esteriore ed è altrettanto vero anche l’opposto. Il concetto di benessere, se si vuole prescindere dalle mode del momento e ricercarlo tra quei valori perduti, di cui si menzionava sopra, è dunque connesso allo stato di salute, alla serenità interiore, al sentirsi in armonia con il corpo e con la mente, al sentirsi a proprio agio con se stessi e con gli altri. Tale vissuto ha sempre un significato soggettivo, rispetto al quale non ci sono criteri fissi.